Come accogliamo le nuove leve in D&D?

Valentina, tra le tue funzioni aziendali, c’è quella di Buddy.
Di cosa si tratta?

Mi occupo di accogliere le nuove leve in D&D.
Puntando moltissimo sulle risorse umane, diamo grande importanza all’accoglienza di tutte le nuove risorse. Ci tengo a precisare che mi occupo di questa attività da prima di sapere che fosse stato coniato un termine ad hoc per questa figura, il “buddy”.
Trovo questo nome appropriato e simpatico. Effettivamente mi comporto come quella compagna di banco sorridente che accoglie un nuovo studente un po’ spaesato…

Cosa succede il primo giorno in cui una nuova leva varca la soglia di D&D?

Accolgo alla porta, mi presento con un sorriso e una stretta di mano.
Conduco il nuovo arrivato alla sua postazione e, nel corso della giornata, curo le presentazioni con tutto il team.
Mostro l’intero ufficio, con particolare attenzione alle aree conviviali e operative.
Illustro come funziona il server e il nostro sistema di archiviazione, mi dilungo poi sulle istruzioni legate all’ufficio: da tempo abbiamo redatto un “vademecum del professionista” che contiene tutte le indicazioni valoriali e pratiche che ci consentono di trovare un terreno comune con i nostri collaboratori.
Al termine della prima giornata, consegno le chiavi dello studio e fornisco alcune informazioni che riguardano il quartiere in cui ci troviamo, dando indicazioni varie che possono essere sempre utili a chi lavora qui (ristoranti, farmacie, parcheggi…).

Perché in D&D hanno affidato a te questo compito?

Perché sono la prima a pensare che se un ambiente di lavoro non fosse accogliente, non ci lavorerei.
Passiamo almeno otto ore al giorno al lavoro, non dico che i tuoi colleghi dovrebbero essere come la tua famiglia, ma dico che se non ti senti parte di un gruppo non potrai mai stare bene e, di conseguenza, lavorare bene.
Credo che tutti noi abbiamo esperienza di un ambiente tossico di lavoro, che poi ti logora e ti porta ad andare via. Ecco, in D&D pensiamo che la relazione umana sia fondamentale e ci auguriamo di avere sempre un basso turn-over aziendale, perché ci piacciono le relazioni di lavoro stabili e durature.
Ci piace tenerci care le persone che condividono con noi obiettivi e visioni, sappiamo che sono preziose.

Perché una persona dovrebbe lavorare in D&D?

Penso che questo sia un ambiente flessibile in cui si può crescere ed essere apprezzati a tutto tondo: per le proprie caratteristiche personali e professionali.
Se, durante un progetto, scopriamo che una persona ha una particolare attitudine (e magari anche la persona interessata lo scopre in quel frangente), cerchiamo di valorizzare quella caratteristica anche nei progetti successivi o in nuove sfide professionali.
La dimensione del nostro studio ci permette di avere ancora un approccio molto attento alla persona.

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